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ORTI










L'eperienza ortiva 
Le zone ortive costituiscono un elemento non secondario né marginale della nostra associazione, non soltanto perché lo Statuto prevede che i vari comitati di gestione degli orti possano aderire all'ANCeSCAO, ma soprattutto in quanto le zone ortive rappresentano una importante forma di aggregazione e di lotta al decadimento della qualità della vita.

In origine il bisogno di cibo
di Giorgio Giaquinto e Francesco Orsini - Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroambientali (Il Divulgatore n° 7-8/2012 "ORTI URBANI")

Presenti un po' in tutto il mondo, gli orti urbani erano inizialmente orti per i poveri, giunti in città come operai durante l'industrializzazione, poi orti di guerra nel corso dei conflitti mondiali per sopperire alla carenza alimentare. Questa comune origine ha riguardato anche l'Italia così come la successiva evoluzione verso forme sempre più organizzate e con nuove finalità sociali. Ancescao, presente in diciannove regioni italiane, è l'associazione più importante nella gestione degli orti comunali.

I piccoli appezzamenti di terreno in ambito urbano adibiti ad orti amatoriali sono realtà diffusa in tutto il mondo come testimoniano i kleingarten in Austria, Svizzera e Germania, gli ogròdek dzialkòwy in Polonia, i ridonnà zahradka nella Repubblica Ceca, i kiskertek in Ungheria, i volkstuin in Olanda e Belgio, i jardins ouvriers o jardins familiaux in Francia e Belgio, i kolonihave in Danimarca, i kolonihage in Norvegia, i kolonitraetgard in Svezia, i siirtolapuutarhat in Finlandia, gli shimin-noen in Giappone, i community gardens e gli allotment gardens nei paesi anglosassoni, gli orti urbani o gli orti sociali nel nostro paese.

Una comune origine, l'emigrazione in città
L'origine degli orti urbani è, comunque, molto simile nelle diverse parti del mondo: durante il periodo di industrializzazione un elevato numero di lavoratori e le loro famiglie sono emigrati dalle zone rurali verso le città in cerca di lavoro nelle fabbriche. Molto spesso queste famiglie vivevano in condizioni economiche precarie, di emarginazione sociale e di malnutrizione per cui gli orti dei poveri (i migrant gardens anglosassoni, i jardins ouvriers francesi), allestiti in appezzamenti di proprietà delle amministrazioni locali, delle fabbriche o di comunità religiose, ebbero il compito di alleviare questa situazione permettendo la coltivazione di ortaggi e l'allevamento di piccoli animali. La loro utilità e diffusione divenne ancora più importante nella prima metà del XX secolo, durante le due guerre Mondiali, quando la situazione socio-economica era sconvolgente soprattutto dal punto di vista alimentare. Molte città infatti erano isolate dalle zone rurali periferiche cosicché i prodotti agricoli non riuscivano più a raggiungere i mercati cittadini ed erano venduti a prezzi molto alti o al mercato nero.
Conseguentemente la produzione di derrate alimentari, soprattutto frutta e ortaggi, negli orti familiari e negli orti urbani (divenuti orti di guerra) divenne essenziale per la sopravvivenza. Tutte queste forme di orticoltura urbana dalla finalità originaria di assicurare l'approvvigionamento di derrate alimentari si sono poi evolute svolgendo funzioni estetico-ricreative, educative, sociali o terapeutiche in relazione alle mutate condizioni economiche e socio-culturali.
I community gardens e gli allotment gardens dei paesi anglosassoni sono paradigmatici di questa evoluzione.

I community gardens sono appezzamenti di terreno che sono curati collettivamente da un gruppo di persone. La maggior parte dei community gardens sono aperti al pubblico per la fruizione di spazi verdi in aree urbane con diverse opportunità di relazioni sociali, ricreazione, formazione, semplice relax e, ovviamente, produzione di ortaggi e altre colture a cura diretta degli associati. I community gardens sono diffusi in tutto il mondo ma particolarmente negli USA, in Canada, Australia e Nuova Zelanda anche se i loro scopi, struttura e organizzazione sono piuttosto variabili: in nord America i community gardens spaziano da aree familiari dove si coltivano piccoli appezamenti di ortaggi (versione contemporanea dei relief gardens e dei victory gardens, orti di guerra), a interventi di rinverdimento di angoli di strada, fino a progetti più ampi di verde urbano allo scopo di preservare o mantenere aree naturali e parchi o recuperare e riqualificare aree urbane dismesse in ambienti urbani degradati dal punto di vista urbanistico e sociale (si veda ad esempio a New York l'organizzazione Green Guerrillas, www.greenguerrillas.org, o la Green Thumb, www.greenthumbnyc.org). In Gran Bretagna e nel resto dell'Europa, invece, gli orti urbani amatoriali hanno assunto prevalentemente il carattere di allotment gardens, cioè di aree suddivise in piccoli appezzamenti assegnati per la coltivazione a un singolo associato a fini produttivi, sociali o educativi.

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